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Quanti anni hai?

Oggi ti parlo di età da una prospettiva particolare.

Se ti chiedessi quanti anni hai, mi risponderesti molto probabilmente in base alla tua data di nascita, quindi con riferimento alla tua all’età cronologica.

Ma magari quel numero non ti rappresenta e quante volte ti sarà capitato di notare persone con la tua stessa età anagrafica dimostrare più anni oppure al contrario sembrare più giovani?

A me è capitato tantissime volte.

Nella mia esperienza lavorativa di Body and Soul Mentor, esperta in miglioramento psico-corporeo, ti assicuro che l’età anagrafica ha la sua rilevanza ma per aiutare le persone che assisto devo necessariamente tenere in considerazioni altri aspetti importanti.

Non consideriamo i casi di persone che fanno ricorso alla chirurgia estetica, anche se sono sempre di più ma consideriamo quell’amica che abbiamo quasi tutte (magari sei proprio tu che leggi) che sembra una ragazzina anche se la sua carta d’identità indica 40 anni e più. Ma com’è possibile?

È possibile perché oltre all’età anagrafica ciascuno di noi ha la sua età biologica, indicativa del proprio stato fisico complessivo, che dipende da fattori genetici ma anche dallo stile di vita.

Quindi la pelle luminosa ereditata dalla nonna conta ma è importante anche il tipo di alimentazione che segui, quanta attività fisica pratichi, che lavoro svolgi, in che luogo abiti, a quali livelli di stress sei sottoposta.

Non meno importante è anche come gestisci quei livelli di stress, come hai imparato ad affrontare le difficoltà quotidiane più o meno toste, cioè qual è la tua età psicologica, vale a dire il grado di maturità psichica che hai raggiunto nella tua esperienza di vita, cioè la capacità di gestire gli stati emozionali, determinati sia da fattori esterni che interni, e che livello di consapevolezza hai di te.

E consideriamo anche la tua età mentale, che come scrive il dizionario Treccani è un “espressione introdotta nella psicologia sperimentale dallo psicologo francese Alfred Binet nel 1905 per designare il grado di sviluppo dell’intelligenza individuale in una data età”

Quindi possiamo affermare, in base alle conoscenze attuali della scienza, che l’età che dimostriamo, quella percepita, è la media della nostra età anagrafica, biologica, mentale e psicologica.

Sull’età anagrafica non possiamo intervenire salvo lasciare un velo di mistero sulla nostra data di nascita 😉 ma vediamo se possiamo agire sulle altre età che ci caratterizzano.

L’età biologica

L’età biologica indica l’età che un soggetto sembra avere in base alle condizioni morfologiche e funzionali dei tessuti, degli organi e degli apparati del corpo umano, in pratica lo stato di salute complessivo, che dipende dal patrimonio genetico di ciascun individuo.

Il patrimonio genetico è ciò che rende ogni essere umano unico e utilizzando una metafora, lo puoi immaginare come un vero e proprio “manuale d’istruzioni” contenuto in ogni cellula del corpo umano; la lettura e l’interpretazione di questo manuale permette al corpo di funzionare. Quindi è tutto già scritto nei geni, anche il modo in cui invecchiamo?

In realtà a partire dal secolo scorso si affaccia  in ambito scientifico l’epigenetica, branca della biologia genetica che si occupa di studiare l’interazione del nostro patrimonio genetico con l’ambiente esterno rappresentato dal micro ambiente nucleare e citoplasmatico della cellula che è pero influenzato dal macro ambiente determinato dallo stile di vita, dallo stile alimentare, dallo stress lavorativo.

Quindi il nostro stile di vita ha un’influenza sul nostro benessere e su quanto giovani sembriamo: pensa al tessuto che ci fa apparire in modo immediato più o meno giovani, la pelle, cioè il tessuto epidermico, che possiamo immaginare come una tela su cui è dipinto il nostro stile di vita.

In pratica se eccediamo con l’esposizione cutanea al sole, rimanendo distese sui lettini da mare come lucertole per ore e ore, se fumiamo, beviamo alcol senza limiti, dormiamo poco, siamo super stressate e mangiamo pure “male” le probabilità che la nostra pelle ne risenta sono altissime.

Del resto Coco Chanel lo aveva già intuito e diceva “La natura ti dà la faccia che hai a vent’anni; è compito tuo meritarti quella che avrai a cinquant’anni.”

Per chi preferisce nonostante tutto “una vita di quelle che non dormi maaai” come canta Vasco, ci sono 2 buone notizie:

  1. dal fronte delle nuove ricerche scientifiche, la Biogerontologia (sotto area della gerontologia) scienza che studia l’invecchiamento cellulare degli organi e dei tessuti, i cambiamenti fisici, mentali, sociali nelle persone con l’avanzare dell’età, apre nuovi orizzonti sulla reversibilità dei processi di invecchiamento. Ti riporto i links di alcune ricerche scientifiche eseguite da team di scienziati a riguardo negli ultimi anni:
    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6188494/
    https://europepmc.org/articles/pmc6179011
    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4015143/
  2. la medicina estetica offre rimedi sempre meno invasivi per migliorare l’aspetto a costi contenuti rispetto a qualche anno fa.

Se invece vuoi impegnarti per migliorare la tua età biologica con una cascata di effetti benefici a 360° puoi iniziare a migliorare il tuo stile di vita, anche a piccoli passi, introducendo abitudini che ti facciano stare meglio a livello fisico e anche psichico, te ne parlo qui (il circolo virtuoso).

L’età mentale

L’età mentale misura lo sviluppo intellettivo e le capacità logico-cognitive di un soggetto in relazione al concetto di intelligenza e al rendimento medio di soggetti della stessa età anagrafica.

Ma che cos’è l’intelligenza? Dare una risposta precisa a questa domanda non è semplice ma partiamo dall’etimologia della parola “intelligenza” che deriva dal latino intelligere, che significa intendere, comprendere, percepire.

Da un punto di visto empirico cognitivo possiamo definire l’intelligenza come la capacità di acquisire e processare informazioni, di comprendere, organizzare ed elaborare dati ad una data velocità, di memorizzare attraverso facoltà logiche e verbali e di problem solving.

Ma negli ultimi decenni lo psicologo Howard Gardner ha individuato ben 9 forme di intelligenza, correlate a diverse aree del cervello e indipendenti l’una dall’altra:

Intelligenza Linguistica, Logico-MatematicaSpazialeCorporeo-Cinestesica, MusicaleIntrapersonaleInterpersonaleNaturalistica, Esistenziale.

Quindi è evidente che il concetto di intelligenza è molto ampio e complesso.

E da cosa dipende dunque l’età mentale?

Facciamo un passo indietro nel 1905 quando lo psicologo Alfred Binet con lo psichiatra Théodore Simon mise a punto un test che valutasse le abilità mentali misurabili e introdusse il concetto di “età mentale”. Poco dopo nel 1912 W. L. Stern elaborò la nozione di “Quoziente Intellettivo” (QI), cioè l’indice dell’aspetto misurabile dell’intelligenza:

QI = EM (Età Mentale) /EC (Età Cronologica) x 100.

I test ,aggiornati progressivamente nel corso dell’ultimo secolo, si basavano e si basano su una serie di prove correlate ad una data età anagrafica.

Ad esempio se un individuo riesce a superare le prove previste per la sua età, c’è una evidente corrispondenza tra età anagrafica ed età mentale mentre se un bambino di 8 anni supera prove previste per un individuo di 12 anni, avrà un’età mentale di 12 anni ed un quoziente intellettivo di 150. In generale in un soggetto nella norma, l’età anagrafica e quella mentale coincidono ed il quoziente intellettivo e pari a 100.

Di sicuro è auspicabile che nei prossimi anni i test d’intelligenza integrino i risultati delle ricerche scientifiche sulle diverse forme di intelligenza.

Ma cosa possiamo fare per mantenerci giovani a livello mentale?

Gli studi in ambito di neurobiologia hanno dimostrato che il cervello non è un organo statico, al contrario è un organo dotato di plasticità cerebrale.

La neuroplasticità è connessa alla plasticità neuronale ossia la capacità dei neuroni, le cellule del cervello, di rigenerarsi e alla plasticità sinaptica cioè la capacità del sistema nervoso di modificare le relazioni interneuronali a livello sinaptico, cioè in corrispondenza dei punti in cui una cellula nervosa, il neurone, comunica con un’altra cellula nervosa.

Quindi il cervello mantiene la capacità di modificarsi nel tempo in base all’esperienza e può continuare ad apprendere anche con l’avanzare dell’età.

In quest’ottica possiamo mantenere più giovane la nostra età mentale attraverso:

  • un atteggiamento aperto a nuove esperienze
  • coltivando la creatività
  • stimolando l’attenzione con azioni focalizzate, come le attività manuali, la lettura
  • praticando attività sportiva
  • coltivando relazioni interpersonali soddisfacenti
  • nutrendo l’umorismo

Età psicologica

L’età psicologica indica il grado di maturità psicologica di un individuo.

In modo generale anche se l’argomento è molto più complesso (te ne parlerò a breve insieme ad una terapeuta), possiamo dire che la maturità in ambito psicologico definisce il grado di consapevolezza di sé raggiunto e la capacità di affrontare sia le sfide della vita facendo ricorso alle proprie risorse interiori sia di relazionarsi in modo equilibrato con il mondo esterno indipendentemente dall’età.

Quindi a prescindere da quanti anni hai sulla carta potresti avere una età psicologica:

  • Immatura: una psicologia immatura non è sempre caratterizzata da un disturbo patologico, ma possiamo definirla come incapacità di gestire le proprie emozioni, scarsa consapevolezza di sé associata spesso ad autostima bassa e a difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno.
  • Matura: la maturità psicologica è frutto di un lavoro costante, continuo su di sé, non un punto d’arrivo ma un percorso dinamico fatto di presenza, di autoconsapevolezza, di ascolto delle proprie emozioni, del loro riconoscimento, di impegno non facile ad approcciarsi alle esperienze di vita come prove da cui trarre insegnamenti, di flessibilità nel relazionarsi al mondo esterno in modo costruttivo.

Una psicologia immatura non è esclusiva di un adolescente ma può contraddistinguere anche un sessantenne. L’aspetto significativo è che una psicologia immatura può peggiorare la qualità di vita, delle relazioni; spesso una scarsa consapevolezza di sé si traduce in comportamenti distruttivi e in uno stile di vita poco sano che può accelerare molto il processo di invecchiamento.

Come possiamo lavorare per migliorare la nostra maturità psicologica? Il primo passo è sempre un atto di consapevolezza e di osservazione di noi stessi. Ti linko uno dei test autovalutativi più famosi, il test delle 16 personalità di Myers e Briggs, gratuito ed in italiano: https://www.16personalities.com/it/test-della-personalita-gratis

Buon test!!! Se vuoi condividere i risultati del test, chiedermi qualcosa o raccontarmi di te, scrivimi.

Nicoletta

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